Al fine di raggiungere i propri obiettivi IL BRUCO E LA FARFALLA®-ONLUS si avvale della collaborazione di professionisti e consulenti esterni. Quello che segue è una parte del programma formativo proposto. I seminari non indirizzati alla formazione degli associati sono organizzati direttamente dai formatori stessi.
Questi percorsi formativi sulla morte, il morire e l'accompagnamento, sono principalmente degli incontri con la vita, con un'esistenza che non nega la morte e la paura di quest'ultima e dove gli aspetti pratici, scevri da dogmi, si articolano con apporti di ampio respiro culturale.
I seminari proposti derivano dalla pratica di formazioni in campo sanitario, educativo, sociale e terapeutico, e dalla ricerca applicata a singoli e a gruppi con particolare riferimento all'educazione degli individui al rispetto della vita fino alla morte.
Scuole, ospedali, comunità, enti, associazioni e privati possono organizzare delle sessioni locali delle varie proposte formative offerte da IL BRUCO E LA FARFALLA®-ONLUS contattando telefonicamente la segreteria formativa al (+39) 335 91 79 11 oppure cliccando su questo link.
DIZIONARIO DE MAURO
v.intr., v.tr. (io muòio)
FO
I v.intr. (essere)
1a cessare di vivere, decedere, perire: m. giovane, m. nel proprio letto, m. di colpo; m. come un cane, solo o senza conforto religioso; non vuol m., di chi resiste a grave malattia; m. di morte lenta, in maniera lunga e dolorosa, anche fig., sottoporsi a una lunga attesa prima di conoscere il risultato di qcs.; non sapere di che morte m., non essere informati o non aver deciso sul da farsi | in loc.pragm., chi non muore si rivede!, per indicare stupore e compiacimento nel'incontrare qcn. che si era perso di vista per un certo periodo
1b di piante e fiori, pervenire al termine delle funzioni vegetative: la rosa è morta per il freddo
1c di animali, perdere la vita: il cane morì sotto un'auto
2 immolare la vita per un ideale: m. per la patria | a costo di m., a qualsiasi costo; che io muoia se non è vero, per asserire la veridicità di un fatto
3 fig., essere pesantemente tormentato da disagi, sofferenze, dolori, bisogni fisici: m. di sete, m. di stanchezza, m. di fatica; m. di caldo, di freddo
4 fig., essere travagliato da sensazioni insopportabili; provare un'emozione intensa: m. di noia, m. di rabbia, m. dalle risa, dalle risate, dal ridere; più di così si muore, per indicare il grado supremo di una qualità positiva o negativa
5 fig., non poterne più, non resistere: ho una fame che muoio, m. dal sonno | quello non muore mai, di persona anziana che mostra una grande resistenza fisica, o anche spreg., di qcn. dalle cattive qualità che supera con indifferenza critiche o insuccessi |non si muore per così poco, a chi si lamenta di piccole difficoltà
6 fig., subire un processo di decadenza e di disfacimento lento e irreversibile: è un'istituzione che sta morendo, una città che muore
7 fig., cessare, cadere, esaurirsi: la conversazione è morta subito, ha lasciato m. il discorso; m. nella memoria, nel ricordo, nel cuore, essere dimenticato; per me è morto, nel mio cuore è morto, di qcn. per cui non si prova più alcun affetto o interesse
8 fig., provare sconforto: alla notizia mi son sentita m.
9a fig., affievolirsi lentamente, attenuarsi a poco a poco: un canto che muore in lontananza
9b fig., estinguersi, spegnersi a poco a poco: il fuoco sta morendo | di sentimenti: la speranza è l'ultima a m., la passione muore presto
9c fig., volgere al termine, aver fine: una stagione che muore | tramontare: una moda che muore
10 fig., non giungere a manifestarsi: le parole mi sono morte in gola
11 fig., non realizzarsi: il progetto è morto sul nascere | finire: la questione è morta lì
12 fig., aver termine: la strada muore in aperta campagna | sfociare: il ruscello muore nel lago
13 fig., non proseguire: il treno muore a Ostia
14 TS giochi, nel biliardo e in alcuni giochi di carte o da tavolo, smettere di giocare prima della fine di una partita dichiarandosi sconfitto o aspettando che lo svolgimento del gioco permetta di rientrare di nuovo
II v.tr. LE uccidere: ella m'ha morto (Boccaccio)
Polirematiche
da morire loc.agg.inv., loc.avv. CO
1loc.agg.inv., molto intenso: fa un caldo, un freddo da m.
2 loc.avv., moltissimo: il film mi è piaciuto da m. | conferisce funzione di superl.all'agg. a cui si riferisce: è golosa da m., è bello da m. morire come le moscheloc.v. CO m. in gran numero morire cristianamente loc.v. CO m. dopo essersi confessato e con i conforti religiosi morire dalla voglia loc.v. CO desiderare intensamente: muoio dalla voglia di uscire morire dietro loc.v. CO essere perdutamente innamorato di qcn.: muore dietro alla barista | desiderare intensamente qcs.: muore dietro a quel vestito morire in peccato loc.v. CO m. senza essersi confessato morire nel proprio letto loc.v. CO m. a casa propria morire sulle labbra loc.v. CO di sorriso, svanire di colpo | di parola, non riuscire a terminarla.
GARZANTI LINGUISTICA Lat. volg. *mori¯re, per il class. mo°ri v. intr. [pres. io muòio, tu muòri, egli muòre, noi moriamo, voi morite, essi muòiono (pop. io mòio, tu mòri, egli mòre..., essi mòiono; ant. o region. io mòro... , essi mòrono); fut. io morirò o morrò ecc. ; pass. rem. io morìi, tu moristi ecc. ; congiunt. pres. io muòia... , noi moriamo, voi moriate, essi muòiano (pop. io mòia... , essi mòiano; ant. o region. io mòra... , essi mòrano); cond. io morirèi o morrèi ecc. ; part. pass. mòrto; aus. essere]
cessare di vivere, detto di persone, animali, piante: morire giovane, vecchissimo; morire di morte naturale, violenta; morire ammazzato; morire all'ospedale, in carcere, in esilio; morire in peccato, santamente; morire per la patria; morire di crepacuore, per un gran dolore; morire d'infarto, di cancro; morire per soffocamento, per le ferite; morire in un incidente stradale | morire con le scarpe, (fam.) di morte improvvisa | morire come un cane, solo, abbandonato e senza i conforti religiosi | morire come le mosche, in gran numero | far morire, essere causa di morte; uccidere | lasciarsi morire, non far nulla per evitare la morte, anzi cercarla | morire al mondo, darsi a vita monastica | chi non muore si rivede!, espressione scherz. che si dice rivedendo qualcuno dopo molto tempo | prov. : chi muore giace e chi vive si dà pace
(fig.) soffrire fortemente; provare una sensazione, un'emozione intensa: mi sento morire al pensiero di andarmene; morire per qualcuno, amarlo appassionatamente; fa un caldo, un freddo da morire, molto intenso; morire dal, di freddo, avere un gran freddo; morire di rabbia, essere pieno di collera senza poterla manifestare; morire di noia, essere molto annoiato; morire dal (gran) ridere, ridere a più non posso
(fig.) estinguersi, finire; spegnersi, affievolirsi; scomparire: usanze che sono ormai morte da anni; l'anno, il giorno muore; il fuoco sta morendo; il sentiero moriva nella macchia; le parole gli morirono sulle labbra; sentì morire le sue speranze | morire nella memoria, nel cuore di qualcuno, (lett.) essere dimenticato ||| v. tr. (ant. lett.) uccidere: rispuose Calandrino: «Ohimè! sì, ella m'ha morto»(BOCCACCIO Dec. IX, 5).
DIZIONARIO DE MAURO
s.f.
CO TS farm., alcaloide dell'oppio, presente anche nel succo di altre Papaveracee, cristallino, amaro, fortemente sedativo, analgesico e ipnotico, utilizzato in terapia medica, che provoca velocemente assuefazione o persino paralisi dei centri respiratori con effetto letale, e serve alla produzione di stupefacenti quali la tebaina e l'eroina.
GARZANTI LINGUISTICA
Dal fr. morphine, deriv. del lat. scient. morphium, dal gr. Morphéus 'Morfeo', dio del sonno, con allusione alle proprietà narcotiche
s. f. (chim.)
il principale e più attivo alcaloide dell'oppio; ha la struttura del fenantrene e diciassette atomi di carbonio; sotto forma di sale (spec. cloridrato) è impiegato in medicina come analgesico e sonnifero, il cui uso prolungato determina tuttavia assuefazione e intossicazione.
ENCICLOPEDIA DELLA MEDICINA - GARZANTI
alcaloide stupefacente estratto dall'oppio; è dotata di un potente effetto analgesico ma va utillizzata solo in caso di necessità perché un uso improprio induce tolleranza e dipendenza.
LE GRAND DICTIONNAIRE TERMINOLOGIQUE-Office québécois de la langue française http://www.granddictionnaire.com/ [...] morphine ambito: farmacologia - tossicomania [...] alcaloide principale dell'oppio, utilizzato per gli analgesici narcotici nota : la morfina è efficace in quasi tutti i tipi di dolori: è inoltre indicata nelle dispnee dell'insufficienza ventricolare sinistra acuta e nell'edema polmonare cardioplegico. (lavori di) Derosne, 1803; Sertürner, 1905; (e di) Gay-Lussac, 1817. [...] alcaloide principale dell'oppio (tra il 4 ed il 17% del peso lordo dell’oppio), la morfina è utilizzata in medicina per le sue eccezionali qualità sedative ed analgesiche ed a fini non medici per diverse ragioni, una delle quali riguarda la sua azione molto euforizzante [...]
DIZIONARIO DE MAURO
s.f.
AD TS fisiol., processo fisiologico di assunzione di ossigeno ed eliminazione di anidride carbonica, proprio di ogni essere vivente: avere una r. difficoltosa
Polirematiche
respirazione artificiale loc.s.f. CO TS med., insieme delle azioni con cui si sollecita la ripresa dei movimenti respiratori per ripristinare la ventilazione polmonare in caso di arresto o indebolimento respiratorio, talora compiuta con l'ausilio del respiratore artificiale respirazione bocca a bocca loc.s.f. CO r. artificiale ottenuta soffiando aria nella bocca del paziente respirazione cellulareloc.s.f. TS biol., insieme dei processi metabolici in cui, attraverso i sistemi enzimatici della cellula, si ha assorbimento e fissazione di ossigeno con conseguente ossidazione dei vari substrati respirazione esterna loc.s.f. TS med., scambio di gas fra aria atmosferica e aria alveolare e tra aria alveolare e capillari polmonari respirazione interna loc.s.f. TS med., scambio tra i gas del sangue e quelli dei tessuti respirazione polmonare loc.s.f. TS med., r. effettuata attraverso i polmoni.
GARZANTI LINGUISTICA
Dal lat. respiratio¯ne(m)
s. f. (fisiol.) il processo mediante il quale un organismo assume dall'ambiente esterno ossigeno ed elimina anidride carbonica 'respirazione artificiale, l'insieme dei movimenti coi quali si tenta di riattivare la respirazione naturale nei casi di asfissia; anche, quella che si realizza con l'ausilio del respiratore artificiale.
DIZIONARIO ENCICLOPEDICO MEDICINA - LAROUSSE RIZZOLI Respirazione espiratoria, tipo di respirazione caratterizzato da un'espirazione brusca, immediatamente seguita da un'inspirazione cui fa seguito una fase di riposo. Respirazione artificiale, insieme delle manovre che hanno lo scopo di supplire alla respirazione naturale, quando questa non si effettua più spontaneamente. Respirazione assistita o controllata, metodo che assicura il controllo parziale o totale della ventilazione polmonare, durante un'anestesia o nel corso di certi stati patologici. Respiratore, apparecchiatura che consente di respirare normalmente in condizioni diverse dalla norma. In base alle modalità di funzionamento i respiratosi si distinguono essenzialmente in respiratori a ciclo chiuso o respiratori a ciclo aperto secondo che riutilizzino o no l'aria espirata. Gli uni sono corredati di appositi filtri depuratori e ricostituiscono l'ossigeno prelevandolo da bombole, gli altri sono semplicemente collegati a bombole di ossigeno o di aria che viene respirata mediante boccagli, maschere e simili. I respiratori possono agire per via esterna, come nel caso tipico del polmone d'acciaio, oppure per insufflazione endotracheale, immettendo l'aria direttamente nell'albero tracheobronchiale, o attraverso la bocca (imbuto orale o maschera) o attraverso un tubo posto direttamente nella trachea (intubazione orale, nasale o tracheotomia). Esistono apparecchi che consentono un'assistenza ventilatoria breve (anestesia, trasporto di malati) e non richiedono attacco elettrico, essendo sufficiente l'energia fornita dalla pressione del gas contenuto in bombole e respiratori del tipo Engstrom o Claude Bernard, indispensabili in caso di ventilazione assistita prolungata, nei quali sono regolabili volume e frequenza: la pressione è funzione di questi due parametri e delle resistenze del circuito. L'impiego generalizzato dei respiratori endotracheali è uno dei fattori dell'enorme miglioramento dei risultati della rianimazione dei malati, degli intossicati, dei comatosi e dei feriti, nel corso degli ultimi anni.