Al fine di raggiungere i propri obiettivi IL BRUCO E LA FARFALLA®-ONLUS si avvale della collaborazione di professionisti e consulenti esterni. Quello che segue è una parte del programma formativo proposto. I seminari non indirizzati alla formazione degli associati sono organizzati direttamente dai formatori stessi.
Questi percorsi formativi sulla morte, il morire e l'accompagnamento, sono principalmente degli incontri con la vita, con un'esistenza che non nega la morte e la paura di quest'ultima e dove gli aspetti pratici, scevri da dogmi, si articolano con apporti di ampio respiro culturale.
I seminari proposti derivano dalla pratica di formazioni in campo sanitario, educativo, sociale e terapeutico, e dalla ricerca applicata a singoli e a gruppi con particolare riferimento all'educazione degli individui al rispetto della vita fino alla morte.
Scuole, ospedali, comunità, enti, associazioni e privati possono organizzare delle sessioni locali delle varie proposte formative offerte da IL BRUCO E LA FARFALLA®-ONLUS contattando telefonicamente la segreteria formativa al (+39) 335 91 79 11 oppure cliccando su questo link.
TRECCANI.IT s. f. [der. di tumulare2]. – Seppellimento di un cadavere, cioè la riposizione nella tomba: assistere alla t.; prima della t. della salma fu tenuta una breve commemorazione del defunto. Con sign. specifico (per es., nelle leggi sanitarie), il termine indica in partic. la sepoltura in nicchie o loculi separati scavati in roccia compatta o costruiti con opera muraria (distinta perciò dalla inumazione).
I caregivers possono essere familiari, amici o persone con ruoli diversi che si assumono la responsabilità di assistere, prendersi cura e favorire l'elaborazione del percorso, spesso traumatico, della malattia.
Si definisce caregiver familiare la persona che volontariamente, in modo gratuito è responsabile, occupa un ruolo informale di cura, supporto e vicinanza nei confronti di un proprio congiunto che, a causa di malattia, infermità o disabilità, anche croniche degenerative, non sia autosufficiente e in grado di prendersi cura di sé, sia riconosciuto invalido in quanto bisognoso di assistenza globale e continua di lunga durata o sia titolare di indennità di accompagnamento.
fonte: "Glossario delle Cure Palliative"
https:/fedcp.org/cure-palliative/glossario
Modello di relazione che si instaura tra il curante ed il paziente in cui entrambi collaborano al fine di raggiungere il comune obiettivo di mantenere o ristabilire lo stato di salute. Questo modello, basato sulla fiducia reciproca e sulla comunicazione chiara ed onesta fra le parti, vuole rispettare sia la professionalità del medico, sia l’autonomia del paziente, delineando così un rapporto professionale ed umano che garantisce e promuove la salute del paziente coinvolgendolo in prima persona nel processo decisionale.
fonte: "Glossario delle Cure Palliative"
https:/fedcp.org/cure-palliative/glossario
Si tratta di una disciplina accademica, e di un ambito di riflessione interdisciplinare, che si occupa dell’analisi razionale dei problemi morali emergenti nel campo delle scienze biomediche, proponendosi di definire criteri e limiti di liceità alla pratica medica e alla ricerca scientifica, affinché il progresso avvenga nel rispetto di ogni persona umana e della sua dignità.
Il termine bioetica, coniato agli inizi del ‘900, fu utilizzato nella sua accezione comune dall’oncologo statunitense Van Rensselaer Potter che, nel 1970, lo inserì nel titolo del suo articolo “Bioetica: la scienza della sopravvivenza” spiegando il termine bioetica come “la scienza che consente all'uomo di sopravvivere utilizzando i suoi valori morali di fronte all'evolversi dell'ecosistema”.
La bioetica è nata dall’esigenza di integrare tra loro nuove conoscenze e nuovi saperi con l’obiettivo di definire in maniera forte e razionale i criteri di regolamentazione della prassi biomedica e garantire la libertà di ricerca scientifica nel rispetto dei diritti umani fondamentali. Essa sviluppa dal dialogo e dal confronto tra biologia, medicina, filosofia, teologia, sociologia, antropologia, economia, diritto, politica, bioingegneria e information technology. Partendo dalla descrizione del dato scientifico, biologico o medico, la bioetica esamina la legittimità dell’intervento dell’uomo sull’uomo, avendo come orizzonte di riferimento la persona in tutte le sue dimensioni: fisiche, psichiche e spirituali.
Il fine del giudizio bioetico non è solo quello di dire ‘come’ si deve agire, ma ‘perché’ si deve agire in quel modo.
In particolare per quanto riguarda la sua applicazione in medicina, si sono individuati 4 principi, riconosciuti come finalità implicite di questa pratica, cui fare riferimento in senso regolativo. Essi sono:
fonte: "Glossario delle Cure Palliative"
https:/fedcp.org/cure-palliative/glossario
Si intende con bisogno lo stato di tensione più o meno intensa dovuto alla mancanza di qualcosa, che può rispondere a esigenze fisiologiche più o meno impellenti, a esigenze soggettive divenute, per abitudine, necessarie, a esigenze psicologiche avvertite come indispensabili per la realizzazione di sé, a esigenze sociali apprese dall’ambiente. Nelle persone affette da patologie croniche evolutive per le quali la guarigione non è un obiettivo perseguibile, in particolare, il bisogno può manifestarsi contemporaneamente a diversi livelli impegnando altrettanti ambiti disciplinari: clinico, psicologico, sociale e spirituale. Il riconoscimento appropriato e precoce dei bisogni consente di offrire a tutti i pazienti i benefici delle cure palliative (di base o specialistiche), attraverso la corretta gestione dei sintomi, la rimodulazione della terapia farmacologica, la comunicazione adeguata, il supporto psicosociale e la pianificazione anticipata e condivisa delle cure. La puntuale identificazione e presa in carico dei bisogni da parte della équipe multiprofessionale inoltre permette di migliorare la qualità di vita delle persone malate e dei loro familiari, e determina una riduzione dei costi organizzativi a fronte di una maggiore appropriatezza degli interventi. Per progettare interventi assistenziali mirati ai bisogni del malato è necessaria una valutazione globale dei bisogni: la valutazione multidimensionale è quindi parte fondamentale del processo di presa in carico globale della persona e si configura come un’operazione dinamica e continua che segue la persona in tutto il suo percorso, esplorando la dimensione clinica, la dimensione funzionale, la dimensione cognitiva, la situazione socio-relazionale-ambientale.
fonte: "Glossario delle Cure Palliative"
https:/fedcp.org/cure-palliative/glossario