DIZIONARIO DE MAURO
s.f.inv.
1 TS chim., fis., tecnica di separazione dei colloidi dai cristalloidi presenti in uno stesso solvente, basata sul diverso comportamento dei due tipi di sostanze nel diffondere e nel non diffondere attraverso una membrana semipermeabile
2 TS med., procedimento terapeutico che sfrutta tale processo chimico-fisico per la depurazione del sangue, spec. in caso di insufficienza degli organi emuntori
3a TS ret., frattura del periodo mediante un inciso
3b TS ret., nella retorica classica, costrutto senza congiunzione, asindeto.
GARZANTI LINGUISTICA
[...]
Dal gr. diálysis 'scioglimento, separazione', deriv. di dialy/ein 'separare'
s.f.
1 (chim.) processo di separazione di sostanze in soluzione da altre ivi disperse (p. e. colloidi) mediante diffusione della soluzione attraverso un'apposita membrana
2 (med.) emodialisi
3 figura retorica consistente nell'interrompere un periodo mediante un inciso.
DIZIONARIO ENCICLOPEDICO MEDICINA - LAROUSSE RIZZOLI (gr. dialysis, dissoluzione), processo di rimozione delle tossine direttamente al sangue (Emodialisi) o indirettamente mediante il liquido peritoneale (dialisi peritoneale) che viene effettuato facendo passare, per diffusione, le tossine da depurare, attraverso una membrana se permeabile o attraverso il processo dell'ultrafiltrazione. Le tecniche di dialisi e di emofiltrazione si possono rivelare particolarmente utili per la risoluzione di alcuni dei problemi connessi alla presenza dell'insufficienza renale sia essa cronica sia in casi acuti come quelli per esempio dovuti a intossicazione. Per eliminare l'urea e altre scorie metaboliche presenti nel sangue nella terapia dell'insufficienza renale da alcuni anni è stato introdotto un nuovo sistema di dialisi peritoneale continua ambulatoriale (CAPD, ovvero continous ambulatory peritoneal dialysis) che consente ai pazienti un'ampia autonomia di movimento. Si tratta di un metodo molto più semplice e pratico che consiste nel mantenere la soluzione dialitica continuativamente nel cavo peritoneale, drenandola o sostituendola con soluzione fresca quattro volte al giorno. Viene a tale scopo inserito un catetere a permanenza nel cavo peritoneale (catetere di Tenckhoff), alla cui estremità sporgente all'esterno del corpo è attaccato un sacchetto di plastica. Ogni 6 ore il paziente fa defluire attraverso il catetere nel sacchetto il liquido di dialisi, sostituisce questo sacchetto con uno ricolmo di 2 litri di nuovo liquido di dialisi e lascia che questo entri, nel giro di pochi minuti, nel cavo peritoneale. Ripiega il sacchetto vuoto su se stesso e lo fissa sui fianchi con una fascetta. Dopo 6 ore slega il sacchetto, lascia che si riempia e lo sostituisce con uno nuovo. Negli intervalli di tempo tra le operazioni di drenaggio e la sostituzione del liquido il catetere viene chiuso e il paziente può svolgere le sue normali attività. In seguito a miglioramenti delle tecniche di trapianto, alla disponibilità di organi e alla nascita di centri specializzati, per i pazienti affetti da insufficienza renale si intravedono nuove speranze. Esistono tuttavia altri tipi di dialisi sia peritoneale sia di emodialisi che vengono utilizzati a seconda della tipologia di paziente, di eventuali patologie concomitanti e di altre variabili cliniche. La dialisi peritoneale in genere per esempio, è meno "stressante" rispetto all'emodialisi ma risulta di difficile, se non controindicato utilizzo, in pazienti con recenti ferite addominali, fistole, protesi vascolari intraddominali recenti, ipotensione e sanguinamento attivo.